Ciro Ferri and Luca Giordano in the Gallery of Palazzo Medici Riccardi

La storia dei lavori di rinnovamento di palazzo Medici da parte dei nuovi proprietari, i Riccardi, è stata in gran parte ricostruita. Tuttavia, grazie alla scoperta di ulteriore documentazione, è ora possibile precisare la cronologia di alcune fasi, in particolare la costruzione e la decorazione pit...

Full description

Saved in:
Bibliographic Details
Published in:Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz Vol. 47; no. 1; pp. 159 - 221
Main Author: Sparti, Donatella Livia
Format: Journal Article
Language:English
Published: Kunsthistorisches Institut in Florenz, Max-Planck-Institut 01-01-2003
Subjects:
Online Access:Get full text
Tags: Add Tag
No Tags, Be the first to tag this record!
Description
Summary:La storia dei lavori di rinnovamento di palazzo Medici da parte dei nuovi proprietari, i Riccardi, è stata in gran parte ricostruita. Tuttavia, grazie alla scoperta di ulteriore documentazione, è ora possibile precisare la cronologia di alcune fasi, in particolare la costruzione e la decorazione pittorica della biblioteca e della galleria. Sinora si credeva che i due ambienti facessero parte di un unico progetto e che la galleria fosse stata terminata nel 1677; ma la documentazione conferma che la costruzione della galleria terminò già nel 1670 e che fu soltanto sei anni più tardi che ai Riccardi fu suggerito di costruire una biblioteca. E se la galleria fu pensata da Gabriello Riccardi per accogliere statue antiche, fu solo nel 1677, in seguito alla morte del padre, che Francesco Riccardi ne cambiò la destinazione d'uso e decise inoltre di farla affrescare. Ma questo progetto decorativo non prevedeva il pennello di Luca Giordano, l'unico pittore sinora creduto coinvolto, bensì quello di Ciro Ferri. Fu infatti solo in seguito al continuo rimandare da parte di Ferri che Riccardi, esasperato, colse l'occasione della venuta di Giordano a Firenze per offrirgli la commissione. È inoltre emerso che il Napoletano non dipinse gli affreschi in due fasi, nel 1682 e nel 1685, come sinora pensato, bensì in una sola nel 1685. Infine, un'approfondita rilettura dei cosiddetti 'modelli' per gli affreschi — la maggior parte dei quali è oggi in deposito presso la National Gallery di Londra — ha permesso di stabilire con fermezza che essi, come ancora altri supposti 'modelli' di Giordano, non sono studi preparatori: furono dipinti non prima ma dopo gli affreschi, a mo' di ricordi.
ISSN:0342-1201
2532-2737